martedì 19 giugno 2012

Meglio bravi o fortunati?




La domanda del secolo, alla quale tutti cercano di dare risposta, che scatena i più discordanti dei pareri. Il video poco sopra è tratto dal film “Match Point” di Woody Allen. Il nodo centrale del film è il ruolo della sorte nella nostra vita. Qualcosa che l'uomo teme e che si illude di poter controllare. Il campo da tennis è una buona metafora dei momenti in cui la sorte guida la nostra vita, anche lì è più importante essere fortunati che essere buoni o bravi. Alla precisa domanda posta al regista, la risposta è stata : ” Meglio essere fortunati…se sei fortunato le cose ti vanno bene e hai una vita felice e di successo; se sei bravo, sarai anche bravo ma potresti sempre avere una vita meschina, piena di insuccessi e di insoddisfazioni. Non conta essere bravo, conta solo essere fortunato.

Pare che anche ad un personaggio del calibro di Napoleone venne  posta una domanda simile, gli fu chiesto con quali uomini volesse formare le sue truppe, se con quelli bravi e ben addestrati o con quelli molto fortunati...Napoleone scelse i fortunati, perché a suo dire  un soldato ben addestrato può essere ucciso da un solo colpo, un soldato fortunato potrebbe sfuggire ad una salva di 10 cannoni!
Quasi sempre l'uomo cerca una scorciatoia per il successo come l’apparizione in TV, il biglietto della lotteria, il gratta e vinci di turno, che spesso sostituiscono un serio piano di costruzione di competenze sulle quali fondare la vita  professionale (e non). 
E se invece cambiassimo il quesito in :”E’ più faticoso essere bravi o fortunati?” La risposta è senza dubbio che è di gran lunga meno faticoso essere baciati dalla dea bendata, stare ad aspettare l’occasione di una vita fermi, senza sforzarsi troppo, piuttosto che sgobbare per acquisire competenze e vedersi scavalcati da chi magari si trovava al posto giusto al momento giusto.

A tal proposito però io la penso diversamente, in effetti,si è più facile essere statici ad aspettare la fatidica “botta di culo”, ma l’essere preparato, competente e pieno di risorse, porta anche a trovarsi al posto giusto al momento giusto, allo sfruttare al massimo ogni occasione, anche la più insignificante, (che magari agli occhi dei fortunati,potrebbe nascondersi)…Perché io penso che il confine sia molto sottile; prendiamo in considerazione l’esempio dell’esercito di Napoleone, se fosse stato formato solo da soldati fortunati, sarebbero riusciti a sopravvivere anche a dieci attacchi di cannone grazie alla loro buona stella, ma se fosse stato composto da soldati esclusivamente ben addestrati e preparati, proprio il loro addestramento e il conoscere le tecniche di guerra li avrebbe portati a posizionarsi in punti del campo di battaglia dove difficilmente sarebbero stati colpiti dai cannoni e di conseguenza anche loro sarebbero sopravvissuti allo scontro.

Un altro esempio che potremmo citare è il poker...In questo fantastico gioco,credo che il confine tra bravura e fortuna, sia ancora più sottile,quasi inesistente.Il bravo giocatore è colui che calcola ogni variabile, a partire dal numero di carte cambiate dal suo avversario, fino a arrivare ad ogni cenno sul viso dello stesso, ma nonostante ciò può trovarsi a giocare in una mano in cui il suo avversario ha un punto servito in mano, più alto del suo...Oppure lo stesso giocatore decida di cambiare un numero di carte, e quelle che pesca siano positive per fargli chiudere il punto che si aspettava,a quel punto potremmo dire che è stato bravo, perché ha saputo cambiare le giuste carte oppure è stato fortunato perché ha pescato proprio le carte che gli servivano?
Quindi come in tutte le cose, spesso, la verità sta nel mezzo, bisogna sì essere bravi, ma una buona dose di fortuna non guasta mai…

In conclusione potremmo dire che se scambiare la fortuna per competenza può rappresentare una iattura, scambiare l’incompetenza per sfortuna può rivelarsi catastrofico.



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